Pubblicato a cura del Centro Mauro Bolognini “Gli scrittori toscani e il cinema”
 

Sono usciti, a cura del Centro “Mauro Bolognini”, gli atti del Convegno su “Gli scrittori toscani e il cinema”, che si era tenuto a Pistoia in occasione della II edizione del Film Festival Cinema e Letteratura dedicato al regista pistoiese.

Il volumetto raccoglie otto interessanti comunicazioni di alcuni ricercatori provenienti da tutt’Italia, tutti naturalmente indirizzati all’indagine della relazione tra gli scrittori toscani e il cinema. Il breve saggio d’esordio è affidato alla goriziana Barbara Sturmar (già in rapporto col Centro dal tempo del suo lavoro sulle sceneggiature di Senilità nella versione di Bolognini). Il tema trattato è dei più accattivanti: il Pinocchio di Benigni e il suo rapporto col testo collodiano. Elena Frontaloni, da Macerata, affronta invece il contrastato rapporto di Bianciardi con cinema e TV; la pistoiese Laura Diafani rintraccia spunti cinematografici nell’ultima fase dell’opera di Tozzi; il bellunese Francesco Bistrot ritorna su Pinocchio e sulle sue avventure, ma stavolta si tratta del film di Comencini del 1972.

Paolo Brandi, da Ascoli Piceno, indaga sulla visionarietà di Campana alla luce della sua attrazione per il linguaggio cinematografico; il pistoiese Francesco Sgarano, quale esperto del cinema di Mauro Bolognini, prende in esame la trasposizione dal romanzo Per le antiche scale di Mario Tobino, un film interpretato da Marcello Mastroianni.

Con gli ultimi due interventi lo sguardo arretra sugli anni a cavallo degli ultimi due secoli o addirittura nel primo Ottocento. Infatti Federico Appel, ricercatore romano, prende in esame aspetti della personalità di Yambo, lo pseudonimo usato dallo scrittore Enrico Novelli, che in anni pioneristici (1909) fonda addirittura una propria casa di produzione. E’ invece una scrittura a quattro mani, tutte pistoiesi, quella che affronta il dramma di Pia de’Tolomei, rivisitato come leggenda romantica dal nostro Bartolomeo Sestini nel 1822, autore dell’omonimo poemetto in ottava rima. Gli autori dell’indagine, Andrea Bolognesi e Alfonso Venturini, ripercorrono la fortuna cinematografica della leggenda, messa in scena almeno cinque volte, tutte lontane nel tempo. Basti pensare che l’ultima risale al 1958, ed ha come interpreti Ilaria Occhini e Arnoldo Foà.